Il ritorno dei contadini



Per un superamento della questione della proprietà della terra
Proprietà privata, statale, collettiva, di Stato, comunale , ancestrale,
sociale, tutte le forme di proprietà sono state declinate nella storia
dell'umanità senza che si risolvesse la questione della legittimità di questa
proprietà. In effetti a chi appartiene la terra? A dio? Agli antenati? Alla
comunità? Allo Stato?Alla società? Al detentore di un diritto di proprietà? A
quello che la lavora?L' apparizione della proprietà della terra pone dei
problemi che nessuna società effettivamente è riuscita a risolvere.[...]. Per
oltrepassare oltre bisogna ridare alla terra tutte le sue dimensioni. Karl
Polany ricorda che : “La funzione economica è solo una delle numerose funzioni
vitali della terra. Questa dà la sua stabilità alla vita dell'uomo; è il luogo
in cui vive; è la condizione per la sua sicurezza materiale; è il paesaggio e
le stagioni”. Per Claude Reboul, agronomo:”Prodotto naturale trasformato dalle
pratiche a volte millenarie degli agricoltori deve essere considerata prima di
tutto come un patrimonio sociale”.
Così la terra non può essere ridotta solo alla sua funzione economica, quella
che sembra esserle conferita dalla proprietà, E 'quello che hanno capito i
movimenti contadini che chiedono le terre per vivere. [...] La “funzione
sociale “della terra fa riferimento alla possibilità di avere un luogo in cui
installarsi, uno stile di vita, ma il il diritto ad essa dovrebbe poggiare
anche sull'uso che ne viene fatto. Da questo punto di vista i movimenti che
rivendicano appezzamenti da coltivare hanno incluso nuovi elementi di
riflessione nella loro azione. [...]Attualmente i movimenti contadini senza
terra rivendicano un approccio globale che tenga conto delle condizioni di
produzione e consumo.[...]. Via Campesina mira ad una rielaborazione
fondamentale dei sistemi agricoli, in modo da favorire la piccola produzione da
fattoria e i piccoli circuiti di commercializzazione. Per questo bisogna
sottrarre le terre e altre risorse produttive all'economia mercantile e
applicare il principio della proprietà sociale, in virtù dei quali i diritti
usufruttuari appartengono alle famiglie che lavorano la terra Alcuni contadini
vanno addirittura oltre, avanzando rivendicazioni ambientali ed un approccio
agroecologico che presuppone una maggiore autonomia in tema di produzione ed
una maggiore equità nei rapporti con il resto della società. [..]L'accesso alla
terra diventa quindi un mezzo, per dimostrare che la classe contadina può
aprire nuove vie per l'agricoltura, fuori dallo schema dominante
dell'agricoltura industriale di massa. Così, al di la della proprietà nel senso
giuridico del termine, sono la funzione sociale ed i modi d'uso della terra ad
essere in questione. Si potrebbe riprendere il famoso slogan riformulandolo in
questo modo: “La terra a quelle e quelli che vogliono lavorarla in modo da
perpetuare la sua fertilità”.
Se l'accesso ai campi coltivati costituisce incontestabilmente uno dei mezzi
imprescindibili per la sopravvivenza di milioni di contadini nel mondo , la sua
funzione sociale ed i suoi usi riguardano anche l'insieme dell'umanità. In
effetti qualunque sia l'avvenire delle nostre società, la terra rimane il
fondamento della nostra alimentazione. Dopo le devastazioni causate da più di
150 anni di industrializzazione, oggi possiamo vedere nella distruzione dei
suoli e degli organismi viventi una minaccia reale. La terra può essere
considerata un patrimonio nella sua diversità e nella sua ricchezza. Ma questo
patrimonio può perpetrasi solo se viene adeguatamente lavorato. Perciò dovremmo
affidarlo soltanto a quelli che sono capaci di conservare le sue qualità e a
quelli che costruiscono uno stile di vita attorno alle sue ricchezze. Né la
colonizzazione, né il mercato né la riforma agraria nel senso stretto del
termine sono in grado di offrirlo. In fatto di proprietà sono i contadini ad
aver innovato in materia.

Da: Il ritorno dei contadini, Silvia Pérez Vitoria, Jaca Book, pp38-41