mercoledì 7 luglio 2010

Resoconto Accesso alla Terra 5-6 giugno 2010

Incontro sul tema dell’Accesso alla Terra sul Monte Alago 5-6 giugno 2010



L’incontro sul Monte Alago, partecipato da poco più di una dozzina di persone di luoghi differenti del centro Italia, non ha prodotto alcun documento condiviso alla fine della due giorni.
E’ da notare tuttavia l’impegno e la passione con cui sono state approfondite le tematiche dell’accesso alla terra senza purtroppo far emergere operatività sui territori degne di nota.
Piuttosto sono state riportate le singole esperienze personali e la conferma che in alcune zone i mercatini informali sono in aumento (eg. Sibillini).
Temi importanti sono stati usi civici e terre demaniali; molto si è ragionato su cosa vogliamo dire con “diritto alla terra”, su come costruirci intorno un contenuto ed una lotta partecipata ed includente, sui percorsi per arrivare a sollecitare tale diritto con cognizione di causa ed una forza sociale reale.
E’ stata sottolineata l’importanza a livello strategico di rafforzare le reti esistenti nei territori e che logicamente saranno i capi saldi da cui sarà auspicabile far partire una rivendicazione nei confronti delle istituzioni.
Una richiesta che più manterrà il suo carattere “bioregionale” e più troverà quell’intrinseca coesione per raffrontarsi con forza nei confronti di regioni ed enti minori che detengono il demanio pubblico.
Inoltre solo attraverso pratiche di lotta in continuità sul territorio e relazioni di mutuo appoggio fra bioregioni differenti può venirsi a creare la fiducia in un coordinamento nazionale che non sia solo un cappello effimero.
Le rivendicazioni delle terre devono dotarsi in modo concreto di strumenti capaci di scavalcare le pastoie burocratiche e gli attacchi di eventuali speculatori. Ma proprio per questo prima ancora bisogna fare un lavoro di elaborazione dei contenuti. Un lavoro di responsabilizzazione ed impegno che può impiegare tempo ed energia, volto alla consolidazione di principi condivisi, tuttavia mai scontati, cui ispirarsi ogniqualvolta Genuino Clandestino si farà promotore di richieste collettive di gestione di terre.
Sono stati ricordati un po’ i motivi e le storie delle divisioni all'interno dei movimenti rurali; abbiamo riflettuto su come sia auspicabile un superamento di queste basate sul rispetto reciproco (tuteliamo la biodiversità in natura e poi siamo per il monocultivo umano? la battuta J).
Per l’appunto nonostante siano state manifestate alcune criticità riguardo la condivisione di tale percorso con la comunità urbana in lotta, sono state trovate anche le motivazioni per cui questo legame è assolutamente necessario e complementare. Dunque da alcune voci dell’incontro viene ribadita la necessità di unità delle persone nel processo di rivendicazione collettiva e la specularità delle lotte che solo apparentemente sono distanti o svincolate.
Abbiamo parlato molto di comunanze ed usi civici, cercando di capire cosa sono e le torsioni che stanno subendo. Per gli usi civici viene rimarcata l’urgenza di una loro tutela attraverso lo strumento della mappatura. Anche qui è necessario l’impiego di specifiche competenze ed energie. E’ emersa la volontà di provare a far partire una “mappatura dal basso”.
Prendendo spunto dal testo di Vandana Shiva “le comunità locali sono comunanze delle biodiversità” e vanno salvaguardate da attacchi speculativi (dello Stato stesso) e data maggiore coerenza alle loro destinazioni d’uso.
La necessità di preservare queste forme non toglie che sia importante produrre richieste di terra allegate a progetti specifici di pratiche sostenibili e ricerca, educazione ambientale e tutela della biodiversità. E’ responsabilità delle comunità viventi interagire con l’ambiente in modo differente e alle comunità-gruppi che se ne fanno carico va data la possibilità di mettere in pratica queste nuove relazioni.
Sentita è anche la necessità di svincolare una redistribuzione alla creazione di progetti che comunque hanno un valore economico e produttivo. Ciò infatti escluderebbe a priori tutte/i quelle/i che vogliono terra per coltivare per l'autoconsumo, per portare avanti una scelta di vita basata sull'autosufficienza e la decrescita, per vivere in modo libero, salubre e non mercificato.
Le proposte che avanziamo:

- una discussione teorica per definire e significare collettivamente il Diritto alla Terra;

- riteniamo importante aiutare sin da subito chi si sta mettendo in marcia offrendogli riferimenti legislativi e burocratici, ma soprattutto la bozza del progetto LaBandita già approvata dalla Regione Umbria e riproponibile ovunque. Promuovere l’autocreazione di gruppi locali che diano l’avvio ad un confronto tra quanti già hanno ottenuto terra e coloro che la cercano.

- Una mappatura degli usi civici

- Una mappatura di beni demaniali (in primis abbandonati e in disuso) che potrebbero diventare luoghi di comunità viventi con la Terra.

Ogni territorio certamente ha le risorse e i beni per avviare la creazione di realtà autosufficienti alimentarmente ed energeticamente.
Riuscire a creare una lista dei luoghi abbandonati e in disuso darebbe corpo a questo nostro sogno.
Avere segnalazioni da vari luoghi delle bioregioni porterebbe ad avere il materiale su cui lavorare insieme più concretamente.
Da molti/e è stato espresso come addirittura sia difficile capire quali sono le terre disponibili, anche per un certo ermetismo degli uffici locali competenti sul territorio, sempre restii e sospetti a comunicare le proprietà e mappe demaniali.
Ma è qua che si inserisce la passione di chi la Terra la ama e affronta qualsiasi ostacolo.
Insistere e creare fiducia nelle persone con cui parliamo.
E se proprio non vi vogliono sganciare le informazioni e qualche misera visura demaniale del bene che avete individuato e su cui state facendo qualche ricerca, allora non esitate ad appoggiarvi a noi come Mutuo Appoggio, come la Maknovicina siamo pronti a supportarvi.
Come CasaBandita aìnoi abbiamo maturato esperienza in questo percorso di confronto con le istituzioni e vorremmo servisse anche ad altre/i.
Segnaliamoci i casali abbandonati, i terreni in disuso e tutto ciò che è demanio pubblico e che versa nel degrado! Diamo la disponibilità a fare da punto di raccolta e a coordinarci con le altre realtà interessate a fare da raccoglitrici per le segnalazioni.

Quanti ce ne sono? Quanti vorremmo rivedere vissuti o vivere in prima persona?

Diffusa è la voglia e l'esigenza di costruire un percorso comune tra le varie realtà o individui che hanno provato, stanno provando o vogliono provare a chiedere terra demaniale. Un cammino comune che possa servire a dar coraggio e a scacciare le paure di chi sta iniziando, e a dare forza a chi ha già iniziato. Un cammino comune che ci porti a rivendicare dal basso una redistribuzione di terre come un diritto importante e sentito.


Perchè la terra è di chi la lavora, in maniera sostenibile e responsabile.

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