Cari contadine e contadini “veri” dell’area metropolitana Firenze e
Prato, anche io sono stato uno di voi, sono stato iscritto alla CIA dal
1986 fino a non molto tempo fa.
Ho i capelli bianchi e sono contadino da quando avevo 18 anni.
Ho un podere nel comune di
Montespertoli e per svariate vicissitudini lavorative mi sono ritrovato
in serie difficoltà. Purtroppo difficoltà comuni a molti di noi visto
che negli ultimi 30 anni in Italia hanno chiuso i battenti quasi 2
milioni di aziende agricole .
Oppresso dai debiti
,principalmente con le banche e con lo stato per tasse dichiarate che
non mi è stato possibile pagare , ho progressivamente ridotto la mia
attività e da “imprenditore” sono tornato a fare il contadino, certo non
quello “vero” , che rispetta leggi e regolamenti, ma quello clandestino
, quello che non rispetta la legalità . Non rispetto la legalità non
perchè non lo voglio ma semplicemente perchè non mi è possibile con
questo ordinamento così asimmetrico e iniquo e vi spiego perchè . Lavoro
un podere di una diecina di ettari e faccio agricoltura contadina con
tecniche e principi di agroecologia. Produco ortaggi , frutta ,cereali
,legumi,vino,e per completare il ciclo naturale delle rotazioni e
impiegare il foraggio prodotto ho delle vacche che mi danno compost
,latte e carne.
Vendo i miei prodotti in mercati contadini locali autogestiti .
Non pensate né che sono pazzo né
che sono superman faccio tutto questo in piccolissima scala , pensando a
produrre il cibo per l’ autosufficienza alimentare della mia famiglia e
per la creazione di una piccola economia derivata dalle eccedenze
stagionali. In alcuni momenti eseguo delle trasformazioni di prodotti
primari nella mia cucina di casa .
Se ci pensiamo bene faccio quello che i contadini hanno sempre fatto fino ad 30/40 anni fa , ma andiamo avanti.
La scala della mia produzione non
mi permette di essere in regola con le norme e i regolamenti
dell’attuale ordinamento giuridico in materia di produzioni del cibo
essendo questi esattamente gli stessi per me e per l’agroindustria
legata alla grande distribuzione organizzata (GDO).
Ma allarghiamo ora il quadro della situazione.
Nella nostra società chiunque
intraprenda un mestiere di produzione di beni o servizi è definito dal
codice civile “imprenditore” e con un processo a senso unico dalla
riforma dei patti agrari (negli anni ’70 ) a oggi chiunque conduce una
azienda agricola , piccola o grande che sia é un imprenditore agricolo
(art. 2135 C.C.).
La “Legge di orientamento in
agricoltura” D.Lgs 228/01 ha perfezionato il terribile disegno secondo
il quale l’imprenditore agricolo (ex contadino) diventa una vera e
propria impresa di mercato (in un sistema neoliberista e capitalista) ed
è costretto a strutturarsi come qualsiasi altra impresa. Questo ultimo
elemento ha costretto milioni di contadini ad adottare il modello unico
della competitività commerciale e della logica del profitto nella
propria attività con conseguenze disastrose , umane e ambientali.
La selezione forzosa all’interno
del mondo agricolo che si è basata su criteri economicisti e sulla
disponibilità di capitali da mettere in gioco oltre che da una personale
attitudine al commercio (essere più o meno predatori) ha prodotto
l’accorpamento fondiario funzionale all’agroindustria e alla GDO.
Insomma , citando un certo Che Guevara (qualcuno se lo ricorda?si bravi
quello delle magliette) a proposito del neoliberismo diceva : “libere
volpi insieme a libere galline” .
Le stesse caratteristiche di
pluriattività , produzioni di qualità , filiera corta – che da sempre
sono state le comuni caratteristiche positive del buon contadino – oggi
vengono riprese in chiave aziendalista come diversificazione
dell’impresa sul mercato , e quindi , necessariamente , dipendenti dalla
logica dei bilanci aziendali e del saggio di profitto. Appare quindi
una figura di imprenditore la cui finalità prima è di produrre profitto
in agricoltura , nell’ambito della competizione globale di mercato.(da
qui marchi , marchiettini, DOP,DOC , e via e via…. burocrazia , balzelli
,faccendieri e azzeccagarbugli). Tutto questo gioco al massacro
(nostro) dei potentati economici e dei governi locali e nazionali a loro
asserviti é responsabile di devastazioni umane e ambientali come la
scomparsa dei contadini e della loro preziosa cultura , la perdita della
sovranità alimentare delle comunità sui territori, la perdita della
fertilità dei nostri terreni ,l’erosione dei suoli ,la salinificazione
dovuta all’abuso di imput chimici nelle colture , la desertificazione di
vaste aree ecc. ecc. ed infine, ormai la comunità scientifica concorda
nell’affermare che il caos climatico e più precisamente il riscaldamento
globale del pianeta è generato per circa il 50 % dalla produzione
industriale del cibo e a breve può causare disastri ambientali e sociali
dalle conseguenze imprevedibili e catastrofiche, abbiamo gia dei
segnali importanti.
Insomma un quadro non molto confortante , ma torniamo al motivo per il quale ho sentito l’esigenza di scrivere queste righe .
Frequento l’esperienza di MONDEGGI
BENE COMUNUE FATTORIA SENZA PADRONI fin dalla sua origine , anzi ne
sono orgogliosamente uno dei fondatori e promotori , faccio parte come
attivista di un movimento contadino nazionale che si chiama Genuino
Clandestino .
Ho molte cose da dirvi in
relazione a quella lettera scritta dal vostro presidente, il Signor
Filippo Legnaioli che nel suo il compito di vostro rappresentante vi
definisce i contadini ,”quelli veri” , affermando che i clandestini di
Mondeggi ovvviamente non sono contadini veri e non lo sono perchè ,
esattamente come me , non rispettano la legalità come presumibilmente lo
fate voi.
Questo attacco da parte del
presidente della Cia fiorentina nei confronti di una esperienza
importante e significativa come quella di Mondeggi si trincera dietro la
facile retorica legalitaria con l’effetto di dividere quel poco che
resta del mondo contadino del nostro territorio e con lo scopo ultimo di
sostenere una logica corporativista funzionale alle leggi di mercato .
Le stesse leggi che hanno determinato l’impoverimento del mondo contadino.
L’esperienza di Mondeggi tenta di
sottrarsi , per tutti i motivi che ho esposto prima , alle imposizioni
di chi promuove la privatizzazione delle risorse contemporaneamente alla
collettivizzazione dei rischi e dei debiti sociali e ambientali e per
questo non è nella legalità .
L’esperienza di Mondeggi tenta di
porre un rimedio ai seri problemi che questo “sistema ” sta generando e
tenta nell’interesse collettivo di rendere visibile a tutti una
possibile alternativa che si basa sulla partecipazione attiva e
consapevole, su una vera democrazia in autonomia e autogestione.
Aiutarci a renderla legale farebbe bene a tutti quanti ,anche a voi e ai
vostri figli .
Siete davvero ancora convinti che
la “concorrenza sleale ” alle vostre attività la faccia Mondeggi con
l’immissione dei suoi prodotti sul mercato locale oppure la vera
concorrenza quella che fa veramente male proviene da un sistema dominato
dalla GDO e dalle sue regole?
E dove erano la CIA e gli altri
sindacati agricoli in tutti questi anni, mentre questi meccanismi di cui
parlavo sopra si sono formati e perfezionati ? Come mai il sindacato
dei contadini ha permesso tutto questo e ora addirittura attacca chi
decide di fare quello che avrebbero dovuto fare loro?
Non sarà mica che i nostri
sindacati agricoli hanno interessi economici e/o politici in società che
ritirano i raccolti monoculturali dei contadini-imprenditori e vendono
agli stessi tutto ciò che gli occorre per coltivare ?
( semi, concimi , pesticidi e macchine e penso ai consorzi agrari e alle cooperative )
Non sarà mica che sempre i nostri
sindacati agricoli sono partecipi o proprietari di società che sbrigano
le nostre complicatissime incombenze legali e fiscali , organizzano
corsi , corsettini , patentini e la tenuta di incomprensibili registri e
che solo loro possono darci l’ “aiuto” con il quale possiamo sentirci
tranquilli e in regola?
Non saranno mica sempre loro che
siedono ai tavoli di concertazione insieme alle regioni per decidere in
merito alle norme di recepimento delle politiche agro-ambientali europee
che muovono enormi risorse pubbliche in transito dall’agricoltura verso
le banche e l’industria passando sopra ai poveri imprenditori-
contadini ?
Non saranno mica sempre loro che
dipendendo strettamente dai partiti politici in un reciproco aiuto
utilizzano le nostre deleghe in bianco per perseguire scopi che sempre
meno appaiono negli interessi della collettività ? Mi farebbe piacere
comunque parlarne e confrontarci anche a voce con tutti voi e vi invito a
contattarmi per organizzare un incontro , magari a Mondeggi .
Buon lavoro Giovani Pandolfini
Bella estesa + Ricca di senzi e di parole che fanno pensare, restano impresse. Rispetto a te come Uomo e non un semlice Nr di C.F. Grazie e...........(Siempre adelante, se possibile con Coscenza e senza egoismi. Un'Umano detto...Claudio Millanti
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