Comunicato/Appello scritto da alcune soggettività rurali presenti questi giorni ai blocchi in Valsusa
che in alcune zone si è af fermato molto,durando ancora adesso. Le Regole nel Cadore/Ampezzano, le Comunanze nelle Marche, le Partecipanze in Emilia,le Comunalie nell'Appennino Emiliano, le Università Agrarie nel Lazio e nel Centro Italia,gli Usi Civici in Sardegna.
Ma nel dopoguerra,quando fecero la costituzione,accanto alla proprietà pubblica e privata, non fu messa la proprietà collettiva,inventando il demanio pubblico e favorendo così l'abbandono. Inoltre,in assenza di comunità e di associazione di abitanti,il bene viene incamerato dai comuni. Per questo molti comuni non facilitano la vita di queste iniziative sulla terra,financo le inchieste catastali. Infine oggi,dopo anni di tentativi di appropriazione delle terre collettive,il governo Monti ha deciso di sdemanializzare(cioè rendere vendibile) questo patrimonio che è collettivo.
Pensiamo che per reggere alla crisi occorre basarsi sulla ricchezza sociale,non su quella privata,nè su quella pubblica. Per questo è importante organizzarsi collettivamente per recuperare queste terre e gestirle attraverso pratiche sociali e solidaristiche. Come stanno facendo in Colombia e in altri paesi del atinoamerica. Rinnovando e rafforzando gli usi civici.
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