Comunicato Stampa del Coordinamento Contadino Piemontese La situazione riguardante i circa 200 lavoratori agricoli migranti che vivono nell'immediato intorno del Foro Boario a Saluzzo ci lascia sgomenti: da giugno sul territorio era chiaramente immaginabile che il numero dei migranti nella zona sarebbe aumentato nelle settimane a venire con il procedere della stagione della raccolta. Come cittadini siamo scandalizzati dal fatto che le istituzioni dello Stato italiano ed i responsabili delle amministrazioni locali non siano stati capaci di affrontare tempestivamente ed efficacemente una situazione ampiamente prevedibile. Come contadini siamo amareggiati che a questi lavoratori agricoli, molti dei quali contadini nel proprio Paese d’origine, non siano stati riconosciuti i diritti umani e sociali fondamentali della persona e del lavoro, nonostante essi siano considerati necessari per le operazioni di raccolta e gestione agricola stagionale. Questi uomini sono in possesso sia di un permesso di soggiorno sia di un contratto di lavoro e quindi la loro situazione non differisce da quella di qualunque lavoratore agricolo stagionale che negli anni passati si sia dedicato alla raccolta della frutta. Sembra dunque che la differenza di trattamento da parte delle istituzioni e degli imprenditori agricoli saluzzesi, che non sono stati in grado di provvedere ad un’ adeguata accoglienza, sia motivata esclusivamente dall’origine e dalla provenienza geografica di questi stessi lavoratori. L'accoglienza degna non c’è stata! I lavoratori sono stati umiliati nella loro dignità per due stagioni consecutive: lo scorso anno, quando queste persone dormirono per mesi in un deposito dismesso accanto alla stazione ferroviaria; quest'anno in cui si sono ripetuti analoghi meccanismi di incongruenza ed inadeguatezza organizzativa. Lo sfruttamento dei lavoratori agricoli stagionali migranti è un fenomeno ormai conosciuto in tutte le grandi aree agricole italiane e, se non si dovesse arrivare al più presto ad una soluzione condivisa con adeguate condizioni di accoglienza e trattamento, questo disagio potrebbe sfociare rapidamente in episodi analoghi a quelli verificatisi in diverse località europee: El Ejdo in Spagna, Bouches du Rhone in Francia e recentemente Rosarno e Nardò in Italia. Noi contadini delle associazioni del Coordinamento Contadino Piemontese esprimiamo la più grande solidarietà ai lavoratori e a tutte quelle realtà saluzzesi che cercano di rendere accettabile una realtà impensata e impensabile per il “civile” Piemonte. Biasimiamo tutti i tentativi di far passare una questione di civiltà e di accoglienza di lavoratori in qualche misura “necessari” a quel modello agricolo, come una situazione di emergenza o, peggio, di ordine pubblico. Auspichiamo una presa di coscienza delle realtà imprenditoriali della zona e delle istituzioni preposte, un cambio di marcia nelle politiche dell'accoglienza e una maggiore capacità di ascolto e di relazione con quelle forze locali della società civile che in questi mesi sono state in grado di captare e accompagnare le istanze dei lavoratori. Infine ribadiamo con forza che in quanto contadini non siamo disposti ad accettare che l'agricoltura, malgrado le crisi che attraversa ormai da anni, diventi il laboratorio dell'erosione dei diritti dei lavoratori. coordinamento.contadino.piemontese@inventati.org
venerdì 7 settembre 2012
Sfruttamento braccianti agricoli extracomunitari a Saluzzo
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