venerdì 7 settembre 2012

Sfruttamento braccianti agricoli extracomunitari a Saluzzo


Comunicato Stampa del Coordinamento Contadino Piemontese

La situazione riguardante i circa 200 lavoratori agricoli migranti che 
vivono nell'immediato intorno del Foro Boario a Saluzzo ci lascia 
sgomenti: da giugno sul territorio era chiaramente immaginabile che il 
numero dei migranti nella zona sarebbe aumentato nelle settimane a 
venire con il procedere della stagione della raccolta.
Come cittadini siamo scandalizzati dal fatto che le  istituzioni dello 
Stato italiano ed i responsabili delle amministrazioni locali non siano 
stati capaci di affrontare tempestivamente ed efficacemente una 
situazione ampiamente prevedibile.
Come contadini siamo amareggiati che a questi lavoratori agricoli, 
molti dei quali contadini nel proprio Paese d’origine, non siano stati 
riconosciuti i diritti umani e sociali fondamentali della persona e del 
lavoro, nonostante essi siano considerati necessari per le operazioni di 
raccolta e gestione agricola stagionale. Questi uomini sono in possesso 
sia di un permesso di soggiorno sia di un contratto di lavoro e quindi 
la loro situazione non differisce da quella di qualunque lavoratore 
agricolo stagionale che negli anni passati si sia dedicato alla raccolta 
della frutta. Sembra dunque che la differenza di trattamento da parte 
delle istituzioni e degli imprenditori agricoli saluzzesi, che non sono 
stati in grado di provvedere ad un’ adeguata accoglienza, sia motivata 
esclusivamente dall’origine e dalla provenienza geografica di questi 
stessi lavoratori.

L'accoglienza degna non c’è stata! I lavoratori sono stati umiliati 
nella loro dignità per due stagioni consecutive: lo scorso anno, quando 
queste persone dormirono per mesi in un deposito dismesso accanto alla 
stazione ferroviaria; quest'anno in cui si sono ripetuti analoghi 
meccanismi di incongruenza ed inadeguatezza organizzativa.

Lo sfruttamento dei lavoratori agricoli stagionali migranti è un 
fenomeno ormai conosciuto  in tutte le grandi aree agricole italiane e, 
se non si dovesse arrivare al più presto ad una soluzione condivisa con 
adeguate condizioni di accoglienza e trattamento, questo disagio 
potrebbe sfociare rapidamente in episodi analoghi a quelli verificatisi 
in diverse località europee: El Ejdo in Spagna, Bouches du Rhone in 
Francia e recentemente Rosarno e Nardò in Italia.

Noi contadini delle associazioni del Coordinamento Contadino Piemontese 
esprimiamo la più grande solidarietà ai lavoratori e a tutte quelle 
realtà saluzzesi che cercano di rendere accettabile una realtà impensata 
e impensabile per il “civile” Piemonte.

Biasimiamo tutti i tentativi di far passare una questione di civiltà e 
di accoglienza di lavoratori in qualche misura “necessari” a quel 
modello agricolo, come una situazione di emergenza o, peggio, di ordine 
pubblico.

Auspichiamo una presa di coscienza delle realtà imprenditoriali della 
zona e delle istituzioni preposte, un cambio di marcia nelle politiche 
dell'accoglienza e una maggiore capacità di ascolto e di relazione con 
quelle forze locali della società civile che in questi mesi sono state 
in grado di captare e accompagnare le istanze dei lavoratori.

Infine ribadiamo con forza che in quanto contadini non siamo disposti 
ad accettare che l'agricoltura, malgrado le crisi che attraversa ormai 
da anni, diventi il laboratorio dell'erosione dei diritti dei 
lavoratori.

coordinamento.contadino.piemontese@inventati.org

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