martedì 9 ottobre 2012

Terre pubbliche: il pasticciaccio del Comune di Roma


Dai requisiti d’accesso ai criteri di valutazione. L'avviso pubblico per l'assegnazione di due terreni (a Decima e Giustiniana) per l'agricoltura sociale aveva sollevato diversi dubbi. Così il Comune è stato in qualche maniera "costretto" a riconoscere l'erroere e ha deciso di annullare il bando DI E. FARNISI
Una buona notizia a tutto vantaggio del Coordinamento romano per l’accesso alla terra, ma decisamente meno per il Comune di Roma. L’Amministrazione capitolina (con protocollo n. QL/67920 del 5 ottobre 2012) ha annullato il bando (dello scorso 24 luglio) per la realizzazione di progetti di agricoltura sociale nelle “aree di proprietà di Roma Capitale site in località Giustiniana e Decima”. Perché, come aveva raccontato Paese Sera, il bando era “preconfezionato”. “Vizio di legittimità” è, per l’esattezza, la motivazione che ha portato il Comune a revocare il bando.
Terre pubbliche

Agricoltura, il pasticcio del Comune
condannato a riscrivere il bando

L’ANTEFATTO – Ci avevano visto lungo le organizzazioni romane che da tempo sono impegnate nella lotta per l’assegnazione di terre pubbliche ai giovani agricoltori: il bando, emanato dal Dipartimento comunale per la Tutela ambientale e del Verde, aveva poco di concorrenziale. Tanto che le associazioni non avevano esitato a definirlo “preconfezionato”: dai requisiti d’accesso (troppo restrittivi) ai criteri di valutazione (inesistenti) e dai tempi per fare domanda (troppo stretti) ai terreni messi al bando (uno dei quali non figurante nella disponibilità di Roma Capitale). Il bando, insomma, aveva sollevato diversi dubbi e perplessità. Tra questi, i rumors su una delle tre domande di partecipazione al bando pervenute al Dipartimento: quella della società agricola San Giuseppe, “candidata alla vittoria – secondo alcuni - perché in qualche modo legata al dottor Paolo Gramiccia", che oltre ad essere responsabile della procedura di gara e direttore dell’Ufficio Agricoltura di Roma Capitale, risulterebbe tra i fondatori della fattoria sociale La Sonnina, con cui la San Giuseppe collabora attivamente dal 2010 (http://www.fattorialasonnina.org/portale_sito/it/la-fattoria-sociale.html).
LA REVOCA DEL BANDO - Ora però che l’amministrazione capitolina ha deciso di ritirare il bando per vizio di forma, cooperative e associazioni possono tirare un sospiro di sollievo. A voler essere precisi, la notizia della revoca arriva dopo la lettera di contestazione presentata dalle organizzazioni del Coordinamento romano per l’accesso alla terra al sindaco Alemanno, al segretario generale di Roma Capitale e, tra gli altri, al dirigente dell’Ufficio Agricoltura Paolo Gramiccia (lo stesso che ha firmato la determinazione dirigenziale con cui si annulla il bando).
IL NUOVO BANDO - “Pensavamo che fosse caduta nel dimenticatoio e invece finalmente c’è stato un riscontro” spiega Giacomo Lepri della cooperativa agricola 'Coraggio'. Di venerdì, infatti, la decisione dell’amministrazione di annullare la gara per vizio di legittimità e di approvare, contestualmente, un nuovo bando con criteri pubblici di valutazione delle proposte e dei progetti. “Per noi – conclude Lepri – si tratta senz’altro di una grande vittoria, ma continuiamo a pensare che sul versante delle terre pubbliche ai giovani agricoltori si debba fare di più. Quella dell’accesso dei giovani alle terre di proprietà pubblica è una questione strategica per il futuro dell’agricoltura romana che, di certo, non si risolve con il contentino di tre ettari alla Giustiniana e di sei ettari a Decima”.
 Eleonora Farnisi

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