mercoledì 12 dicembre 2012

Arrestati undici funzionari del ministero dell’Agricoltura



Arrestati undici funzionari
del ministero dell’Agricoltura



Lucravano sulle campagne
di informazione destinate
ai bambini. Ricevevano tangenti,
regali e favori dagli imprenditori
che volevano aggiudicarsi gli appalti
GRAZIA LONGO
ROMA
Lucravano sulle campagne di informazione destinate ai bambini. Undici persone - tra dirigenti e funzionari del ministero delle Politiche Agricole e imprenditori – sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’operazione “Centurione”´. Nome che prende spunto dal soprannome dell’arrestato eccellente, Giuseppe Ambrosio, direttore generale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura e capo della segreteria del sottosegretario Braga (in passato aveva ricoperto l’incarico di capo del gabinetto dei ministri per l’agricoltura Luca Zaia e Giancarlo Galan). Nel complesso gli indagati sono 37, e 11 le ordinanze di custodia cautelare. In carcere sono finiti Giuseppe Ambrosio; sua moglie Stefania Ricciardi, dirigente dell’Ufficio per la promozione della qualità agroalimentare; Francesco Saverio Abate, direttore generale della Pesca marittima e dell’acquacoltura; Ludovico Gay, dirigente pubblico già direttore di Buonitalia Spa; ALfredo Bernardini, dirigente della Confederazione italiana agricoltori; Michele Mariani, impiegato presso il ministero delle Politiche agricole. Ai domiciliari, invece, Luca Gaudiano, funzionario del ministero; Riccardo Deserti, direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano; gli imprenditori Claudia Maria Golinelli, Luigi Cardona e Oliviero Sorbini. 

L’ipotesi di reato corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, di turbata libertà degli incanti e di turbata libertà nella scelta del contraente. Per le stesse ipotesi di reato sono indagate in tutto 37 persone, di cui 13 sono dirigenti e funzionari pubblici. In sostanza dirigenti e funzionari del ministero, Ambrosio in testa, ricevevano tangenti, regali e favori dagli imprenditori che volevano aggiudicarsi appalti (anche con finanziamenti europei) per campagne di sensibilizzazione sull’alimentazione nelle scuole. Tra quelle più note: “Food4U”, ( 3 milioni e 780 mila euro) e “Frutta nelle scuole”, finalizzato ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini e ad attuare iniziative che supportino più corrette abitudini alimentari (oltre 13 milioni di euro). Altri contributi pubblici sono invece serviti per finanziare iniziative quali “La Giornata Nazionale dell’Agricoltura” (154.800 euro) e “L’Asta Internazionale del Tartufo” ( 263.210 euro).  

Sono 32 milioni in tutto i soldi erogati con irregolarità, tanto che il procuratore aggiunto di Roma stigmatizza “il grave inquinamento della spesa pubblica con atti di corruzione”. Contestualmente il nucleo tributario della Guardia di Finanza, agli ordini del colonnello Cosimo Del Giudice, ha sequestrato preventivamente beni (case, terreni, auto e moto) per un valore di oltre 22 milioni. Dall’inchiesta è emerso un diffuso sistema corruttivo radicato nell’ambito del Ministero, ma sono esclusi – per ora – coinvolgimenti a livello politico. politici. Per Ambrosio l’accusa non è soltanto quella di avere favorito, dietro compenso, alcuni imprenditori ma anche di avere cooperato alla concessione di contributi pubblici in favore del Comune di Maratea e di Todi, rispettivamente per 63.500 e 125mila euro, ricevendo in cambio l’omessa vigilanza edilizia su alcune opere realizzate abusivamente nelle ville di proprietà. Ville per la cui realizzazione, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il funzionario ha impiegato risorse per circa 1,27 milioni di euro “non coerenti con il suo tenore di vita”. Il gip romano Flavia Costantini ha accolto la richiesta del pm Stefano Fava ordinando 5 arresti ai domiciliari e 6 (tra cui Ambrosio) in carcere. Ambrosio peraltro è già stato rinviato a giudizio per aver favorito l’assunzione al ministero, con il livello di dirigente, la moglie Stefania Ricciardi. La quale peraltro aveva esibito un’autocertificazione di laurea conseguita presso la Link Campus University of Malta. Università sconosciuta, tant’è che la Procura di Roma dopo aver indagato, contesta che “attestava falsamente di aver conseguito in epoca e luogo imprecisati – il diploma di laurea – presso la Link Campus University of Malta, all’epoca non riconosciuta in Italia”.  

Sugli 11 arresti è intervenuto anche l’attuale ministro alle politiche agricole, Mario Catania: “’Ho piena consapevolezza di quanto sia importante dare sostegno all’attività della magistratura, nella quale peraltro ho totale fiducia attendendo di conoscere gli ulteriori sviluppi e mantenendo comunque il pieno rispetto sugli indagati finché non ci sarà la pronuncia di merito. Questa situazione rischia di macchiare l’immagine del ministero, mentre è importante per me che ciò non avvenga e tengo a precisare che i fatti in oggetto riguardano il periodo dal 2007 al maggio 2011, e sono inoltre fatti che ruotano attorno a un singolo settore, quello della comunicazione istituzionale e promozione del ministero, area in cui dal mio insediamento come ministro ho peraltro voluto praticare un radicale ridimensionamento di spesa”. Catania, prima di ricevere l’incarico dal premier Monti, lavorava già al ministero, “ma in un altro settore da quello di Ambrosio, che peraltro come capo di gabinetto rivestiva un ruolo superiore al mio”. 




Scandalo Mipaaf: troppi soldi


in mano alla burocrazia


di Michele Corti

Il sottobosco della "promozione di stato" all'agroalimentare, delle campagne milionarie che producono solo opuscoli che restano a marcire nelle cantine degli enti, delle agenzie mangiasoldi, dei faccendieri è in subbuglio. Dove arriverà l'inchiesta? Ci sono solo dei "mariuoli" o è tutto un sistema di sperpero istituzionalizzato che deve essere messo sul banco degli accusati? L'inchiesta si allargherà a vicende come Buonitalia?

I "mercati" e qualche cancelleria piangono la fine del "governo dei tecnici". Forse loro avranno dei buoni motivi per farlo. In Italia le cose appaiono in una luce diversa. Il governo dei tecnici era anche il governo dei ministeriali, dei grand commis dell'apparato centrale dello stato che ha imposto un torchio fiscale devastante, che ha puntato il dito contro gli sperperi di regioni e di provincie (che si sono eccome) più che altro per distogliere l'attenzione da quelli dell'amministrazione centrale dello stato con la scoperta finalità di arrivare ad un nuovo accentramento: un rinnovato centralismo romano, fedele cane da guardia del super-stato europeo e delle "istituzioni finanziarie" europee e mondiali.
Per perseguire questo disegno (con l'aiuto della grande stampa) si è mandata platealmente la GdF nei consigli regionali, si è gonfiato all'inverosimile il "caso Fiorito" e altre squallide storie di ladri di polli.

Un ministero che non doveva più esistere

Ora tutto il castello di carta costruito dai "tecnici" - già minato per le inchieste sugli appalti truccati al Ministero dell'Interno, cade miseramente con la GdF che arriva al Ministero dell'agricoltura (Mipaaf), un ministero che è il simbolo del centralismo duro a morire. Era il 1993 quando 37 milioni di italiano votarono al 77% per l'abrogazione di un Ministero che non aveva più senso considerato il trasferimento delle competenze alle regioni e che le funzioni di coordinamento e di rappresentanza in sede europea avrebbero potuto benissimo essere assolte da un sottosegretariato presso la presidenza del consiglio dei ministri. In spregio a quel poco di democrazia, concessa saltuariamente ai sudditi della Repubblica fondata sulla burocrazia, il Ministero risorse subito dalle sue ceneri come l'araba fenice, solo con un nome diverso (poi nel tempo ancora cambiato). Oggi a guidare (ancora per poco) il  ministero di Via XX Settembre (che non ha neppure cambiato sede e non si è neppure ridimensionato) c'è un "tecnico": Mario Catania. Tanto per capire chi sono i "tecnici" di Monti basti dire che Catania è entrato al Ministero vincendo un concorso da dirigente due anni dopo la laurea. E lì è rimasto, salvo una parentesi a Bruxelles.


Catania, prima di andarsene, si è trovato coinvolto in un gravissimo scandalo che ha sollevato il velo su un sistema di corruzione all'interno del ministero. "Un vero giro del malaffare, un piccolo trattato di sociologia della corruzione" lo ha definito il procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi. L'inchiesta di Rossi e del pm Stefano Rocco Fava è scattata a seguito di un esposto anonimo del 2011 (stesso meccanismo per lo scandalo appalti al Ministero dell'Interno). Nell'ordinanza di oltre 240 pagine firmata dal gip Flavia Costantini, sono numerosi i capi di imputazione contestati agli indagati nell'ambito dell'inchiesta che ha riguardato diversi settori amministrativi del ministero delle Politiche agricole. L'operazione della Guardia di Finanza è stata denominata "Centurione" (dal soprannome di Ambrosio).. Complessivamente sono 11 i provvedimenti di custodia cautelare (sei in carcere e cinque ai domiciliari) emessi dalla procura di Roma nei confronti degli indagati, che in totale sarebbero 37, tra cui 13 dirigenti e funzionari pubblici.


Il ministro si preoccipa della "macchia"

Catania  si è affrettato a prendere le distanze e a difendere il Ministero:

"Non è l'intera attività del Ministero sotto osservazione, ma l'attività di comunicazione istituzionale e di promozione che ha un tasso di discrezionalità che non me l'ha mai resa particolarmente simpatica". In ogni caso: "E' importante che non venga macchiata l'immagine del Ministero: parliamo di atti che riguardano un periodo che va dal 2007 al maggio 2011 e la collocazione cronologica è importante"

Poverino, che fatica. Non è tutto il ministero sotto torchio ma ... quasi: “Quasi tutte le attività del ministero delle politiche agricole sono state inquinate da una corruzione diffusa e variegata”. Lo ha detto il procuratore aggiunto  Rossi, in conferenza. Catania, poi, in evidente difficoltò, ha tenuto a precisare che non è stato lui a promuovere Giuseppe Ambrosio, il cervello del "sistema" corruttivo,  a direttore del CRA (Centro ricerche in agricoltura) anche se in modo molto ambiguo e conradditorio ammette di averne "agevolato" l'uscita dal Ministero (verso una struttura da essp dipendente e con una carica di grande peso). Ma gli imbarazzati e maldestri tentativi di Catania di minimizzare e circoscrivere il malaffare nel suo ministero si scontrano anche con le asserzioni del Gip Costantini. La Costantini non si è limitata a chiarite il carattere sistematico della corruzione:
"i pubblici ufficiali, anche se non direttamente competenti alla adozione degli atti amministrativi, contattano o vengono contattati dai privati beneficiari al fine di concordare, da un lato, la sovvenzione di denaro pubblico da elargire e dall'altro il compenso corruttivo da corrispondere; emerge evidente la sistematicità e ripetitività delle condotte nonchè la circolarità dei vantaggi corruttivi corrisposti ai pubblici ufficiali interessati da una futuribile ma certa turnazione nella percezione dei compensi".
Il Gip, infatti, ha collocato la vicenda sullo sfondo politico di un Ministero "in cerca di ruolo" e sempre con troppi soldi da gestire in proporzione alle funzioni:
"il Mipaaf dicastero che nonostante la crisi finanziaria dello Stato, riesce a reperire risorse per finanziare progetti di dubbia utilità per la Comunità ma di ingente impegno economico e di sicuro tornaconto per i funzionari corrotti".
Ambrosio, "er centurione"
Povero Braga
Quanto a Braga, il sottosgretario che ha nominato "il centurione" a capo della sua segreteria, ha dichiarato disarmante:
"Il 3 dicembre 2011 ho prestato giuramento e, non avendo esperienza di governo, ho chiesto di una persona che ne avesse e mi potesse affiancare. Mi è stato risposto che Ambrosio aveva svolto il ruolo di capo di gabinetto dei ministri Galan e Zaia. Lui accolse l'ipotesi di entrare nella mia segreteria con entusiasmo e ha sempre svolto questo ruolo con correttezza".
Ma torniamo a Catania. Il Ministro oltre alle banalità ("Non c'era sentore di nulla, se ci fosse stato avrei preso provvedimenti”) ha anche voluto dar sfoggio di zelo:

“Quei fondi che sono stati oggetto, forse, di malversazione, nel passato, perche’ si tratta di fatti che si riferiscono ad anni decorsi, li avevo totalmente azzerati e soppressi dal bilancio del ministero proprio perche’, essendo linee di spesa che hanno un tasso molto elevato di discrezionalita’, a mio parere e’ meglio che non siano nelle mani della Pa”.

Ne siamo sicuri? Tra le inziative incriminate ve ne sono alcune che continuano (es. "Marinando" www.marinando.info, "Food 4U" www.food-4u.it, Frutta nelle scuole"www.fruttanellescuole.gov.it.). Si tratta di azioni previste da regolamenti comunitari o inserite in progetti gestiti direttamente da Bruxelles. Come interpretare le parole del ministro che sostiene di avere azzerato tutte le campagne interessate alla malversazione?
Un ministero che deve giustificare la sua esistenza, per giustificare una struttura elefantiaca (la sede di Via XX Settembre è un immenso palazzo con corridoi interminabili) finisce per inventrarsi cose inutili da fare. E le cose inutili, non essendoci soggetti realmente interessati a verificare l'efficacia e l'efficienza delle azioni svolte, sono quelle che si prestano alle spese gonfiate, alle "creste", agli affidamenti discrezionali ai soggetti amici (o in grando di garantire un "ritorno" ai burocrati).

Buonitalia e Consorzi (se non corruzione di certo malcostume e sperpero)

In ogni caso nello scandalo entrano direttamente o indirettamente diverse realtà del "sistema promozione agroalimentare". Oltre ad Ambrosio vi sono stati altri dieci arresti tra imprenditori, dirigenti e funzionari del Ministero dell'agricoltura tra cui Riccardo Deserti, direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano, Ludovico Gay, già direttore generale di 'Buonitalia Spa' (società pubblica) e Alfredo Bernardini, dirigente della Confederazione italiana agricoltori. Forse non ha nulla a che fare con le responsabilità del suo ex-direttore. Ma l'esistenza stessa di Buonitalia è uno scandalo. La società (partecipata al 70% dal Mipaaf) ha accumulato, tra il 2008 e il 2010, 20 milioni di euro mentre nello stesso periodo ne riceveva dallo stato ben 50 impiegati per eventi effimeri (kermesse e spettacoli vari in Europa) con il solito pretesto di promuovere la "dieta mediterranea" e i prodotti Dop.
Di questa promozione istituzionale in realtà i soggetti beneficiari sono gli apparati dei Consorzi delle maggiori Dop (che ora, però si trovano anche con in mano dei crediti di difficile riscossione). Scandalo nello scandalo al liquidatore di Buonitalia, Alberto Stagno D’Alcontres, sono state riconosciute due retribuzioni da 159mila euro e 400mila euro annui. Il direttore del Consorzio del Parmigiano reggiano è accusato di fatti risalenti a quando era al Ministero e ogni illazione che coinvolga il Consorzio è per ora priva di fondamento ma tra le pieghe dell'inchiesta appaiono altri personaggi del mondo caseario e della comunicazione e promozione casearia.


Sottobosco

In una intercettazione l'assistente amministrativo del ministero delle politiche agricole finito in manette, Mariani, suggerisce a Gerardo Beneyton di motivare la richiesta di finanziamento da inoltrare al ministero "'vabbè, dai concentrati trova un po' di materiale e ce scrivi un po di stronzate dai". In cambio Mariani ha ricevuto "una imprecisata utilità consistita in 'roba' spedita a casa".
Beneyton, valdostano, è il presidente dell'associazione Caseus montanus che organizza vari eventi tipo Grolle d'oro e le Olimpiadi del formaggio di montagna, un evento dove i formaggi artigianali autentici sono lì per dare credibilità ad un meccanismo che serve a "medagliare" formaggi industriali. Beneyton vanta l'amicizia ' personale del monistro Catania (insieme nella foto sotto). Ma forse oggi Catania direbbe di non conoscerlo.

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