sabato 1 dicembre 2012

OGM nel Lazio e Riduzione di 10 milioni di ettari negli ultimi 100 anni


Nel Lazio si coltiva mais geneticamente modificato?

In una risposta a un'interrogazione consiliare, l'assessorato regionale avrebbe confermato la presenza di contaminazioni che coinvolgerebbero due importanti multinazionali

Nelle campagne romane viene coltivato mais geneticamente modificato. E' quanto emerge dalle indagini a campione effettuate dall'Arsial su alcuni campi del territorio regionale coltivati a mais.
La vicenda coinvolgerebbe due importanti multinazionali.
Un notizia che si apprende grazie alla risposta dell'Assessorato all'agricoltura laziale a un'interrogazione di Luigi Nieri, consigliere regionale di Sinistra Ecologia Libertà, che aveva chiesto di effettuare opportune verifiche sulle coltivazioni di mais, in ottemperanza a quanto previsto dalla legge 15/2006 della Regione Lazio, che vieta espressamente la coltivazione di sementi geneticamente modificate.
"Abbiamo ora la certezza che nelle campagne romane si coltiva mais geneticamente modificato, con seri rischi di contaminazione anche per i terreni circostanti. Si tratta di mais che spesso viene venduto come prodotto tipico del Lazio, senza nessun riferimento alla natura Ogm - dichiara Nieri - Sono anni che le multinazionali provano a far entrare prodotti Ogm nei nostri campi, ma dietro una netta spinta popolare sono stati sempre respinti. La presenza di Ogm nel nostro territorio rischia di contaminare e screditare la produzione agricola del Lazio. La Regione Lazio, anzichè promuovere inutili provvedimenti per la valorizzazione del made nel Lazio, come ha fatto la maggioranza Polverini, dovrebbe tutelare la qualità delle produzioni".

In un anno persi più di 7000 ettari olivetati

I fenomeni di abbandono interessano nell'81% dei casi aree sottoposte a vincolo paesaggistico. Il dato è emerso durante la seconda edizione del Forum Dieta Mediterranea

Negli ultimi 100 anni i terreni agricoli si sono ridotti di 10 milioni di ettari, passando da 23 ai 13 milioni di ettari. E’ quanto emerge da una ricerca commissionata recentemente dall'Associazione Nazionale Città dell'Olio relativa all'abbandono delle campagne.
Il dato, emerso nel corso della seconda edizione del Forum Dieta Mediterranea organizzato dalla Camera di Commercio di Imperia in collaborazione con il Consiglio oleicolo internazionale e l'Associazione nazionale Citta' dell'Olio, è da considerarsi allarmante se si considera che l’Italia ha una superficie complessiva di 30 milioni di ettari, ma ancora più allarmante è il dato che evidenzia come i fenomeni di abbandono interessino nell'81% dei casi le aree del Catalogo Nazionale del Paesaggio Rurale Storico e quindi sottoposte a vincolo paesaggistico.
 Soltanto nell'ultimo anno, gli ettari olivetati sul territorio italiano sono passati da 1.165.198 a 1.157.819 con una perdita di 7.379 ettari (fonte Istat).




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